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53. La torre dell'Abbadia di Piobbico a Sarnano


La torre fin dalle più antiche civiltà mediterranee è stata usata quale elemento di difesa. Anche Vitruvio ne parla indicando la forma migliore per una più sicura protezione. Nelle Abbazie e in alcune chiese dell’alto medioevo la torre assunse più di un significato, la difesa in questo periodo è sempre quello preminente, poi è contemporaneamente torre campanaria, e luogo dove rifugiarsi insieme alla gente del contado in caso di invasioni o incursioni di bande di saccheggiatori.

La torre era anche il segno di individuazione nel territorio della presenza del monastero o dell’abbazia, perché con la sua altezza era individuabile da lontano. La torre era anche il luogo delle campane, insieme alle altre funzioni, poi col passare dei secoli la funzione difensiva della torre fu abbandonata perché ormai inutile, mantenendo esclusivamente quella dell’alloggiamento delle campane, oltre a segno distintivo delle chiesa. Nella chiesa di San Costanzo nella frazione Poggio a confine tra i due comuni di Sarnano e San Ginesio, la torre dopo il suo ritrovamento e restauro, come descritto in precedenza, era organizzata  con sistemi di chiusura della porta d’ingresso sia dalla cripta che del primo livello, con dei fermi in pietra a terra e nello stipite in alto per il bloccaggio del serramento, con tanto di  alloggiamenti per il palo traverso.

Un segno quindi riconoscibile ed immediatamente individuabile per l’Abbadia di Piobbico nei primi anni della sua istituzione era sicuramente la torre quadrata, della quale resta un moncone al piano terra per un’ altezza di circa due metri, ma che la si ritrova interrata nella sua pianta fino al livello della cripta. Stranamente non ci sono documenti d’archivio né note storiche sulla fine della torre quadrata, se crollata per terremoti o per incuria o altro, fatto sta che nel settecento dopo i vari terremoti l’Abbazia fu dotata non di una torre campanaria ma di un campanile a vela con due fornici per le campane, impostato sul lato est della parete della torre. La vela restaurata anche dopo il terremoto del 1997 è completamente crollata  con il terremoto del 2016 insieme alla copertura del presbiterio.

Ora il rifacimento di questa Abbazia dovrebbe contemplare, secondo le mie concezioni, il restauro della sensazione e dell’emozione, la ricostruzione della torre per tutta la sua altezza  che in casi del genere si eleva quasi del doppio di quella del presbiterio.

In alto con un fornice o due dovranno alloggiare le campane, tipo la torre dell’abbazia di San Ruffino in Amandola. Altra soluzione potrebbe essere quella di interrompere la torre ad una certa altezza come fosse crollata la parte alta, come quella di San Costanzo a Poggio di San Ginesio. Questo ridarebbe consistenza carattere e completezza alla chiesa, riproducendo sensazioni ed emozioni caratteristiche alla vista di una abbazia, specialmente in quella posizione territoriale.

Mi auguro che i progettisti incaricati sostengano questo principio come io sostenni quello per la chiesa di San Costanzo a Poggio di San Ginesio ricostruendo in parte la torre.

Sarnano, 2021

Arch. Giuseppe Gentili