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28. A volte non capisco i premi di architettura


A volte non capisco i premi di architettura, forse le assegnazioni sono fatte improvvisando senza una analisi di valori architettonici precisi, sono premi veicolati solo a fini commerciali, allora possiamo giustificare tutto, altrimenti come si può premiare una palazzina con tanto di terrazzini adornati di basilico. Il famoso “bosco verticale” anche se a prima vista, da una certa distanza, può essere accattivante, perché verde, non è architettura. Il fatto è che appena si vedeun po’ di verde il giudizio diventa spontaneamente positivo, a prescindere. Le piante sono sul terrazzo non all’interno dello spazio vissuto. Come il valore corrente della società attuale: apparire.


Il “bosco verticale” mi ricorda solo una palazzina un po’ più alta con tanti terrazzini, ma sempre una palazzina, cosa c’è di tanto valore architettonico?. Che sul terrazzino ci siano delle piante è oltremodo ovvio. Ma nel nostro tempo conta la possibilità di comunicazione, la divulgazione della comunicazione e la pochezza delle idee, non il valore, l’intrinseco, la filosofia architettonica.

A Vienna c’è stato un artista e un architetto che insieme hanno costruito vera architettura verde non apparente e per di più a dimensione umana, quello che dovrebbe essere sempre l’architettura e quella che dovrebbe essere premiata, inoltre realizzata nei primi anni ‘80, molto prima del “bosco verticale”.


La casa Hundertwasser-Krawina fa un solo boccone del bosco verticale, non lo vede per niente, ma al contrario ha pochissima notorietà mediatica. Basta guardare due foto a confronto per percepirne la differenza. Se poi entrassimo all’interno delle due architetture scopriremmo nel Bosco Verticale appartamenti tipici dei palazzinari, mentre nell’altra troveremmo la giusta scala tra l’uomo e la natura, l’armonia, la poesia, la fantasia, altro che una palazzina un po’ più alta.

Meditate gente, meditate. (specialmente quelli che danno i premi)

architetto Giuseppe Gentili