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Commenti e Saggi


6. Lettera ad uno degli onniscenti giornalisti


Il 28 novembre 2008 durante una conferenza-incontro all’Abbadia di Fiastra, organizzata dall’Ordine degli Architetti di Macerata, con argomento del tipo “come sono visti gli architetti dalla società civile” il giornalista RAI REGIONE Marche, Maurizio Blasi oratore alla conferenza, dichiarò con decisione che gli architetti non avrebbero lasciato per il futuro alcuna traccia della loro esistenza, poiché non incidenti su i comportamenti pianificatori e architettonici della società civile.
Inviai questa lettera di precisazione delle colpe, ma non ho ricevuto risposta.


Dott. Maurizio Blasi
c/o Redazione TG Marche
piazza della Repubblica, 1
60100 Ancona

Dott. Blasi,
venerdì 28 novembre 2008, pomeriggio, sono stato uno dei tanti che ha applaudito sinceramente il suo intervento, nella Tavola Rotonda per il 25° anno della istituzione dell’ordine degli architetti di Mc, all’Abbadia di Fiastra.

Ho applaudito il suo intervento perché condivido quasi tutto di quello  che ha detto. E’ vero, la nostra generazione di architetti non lascerà nulla di significativo alla storia, e sicuramente questo periodo sarà, dal punto di vista architettonico, molto difficile da identificare per gli storici del futuro. Ma la colpa, come si è detto anche nel convegno, non è soltanto degli architetti.  Prendiamo per esempio la sua professione, sabato l’ho ascoltata nel Tg delle Marche da Morrovalle, e come sempre un grande e giusto elogio dell’architettura del centro storico, come di solito per ogni altro centro storico marchigiano, però, mai una parola sulle anonime e tristissime periferie di questi paesi, di tutti questi splendidi paesi delle Marche, bruttissime periferie e bruttissimi nuovi centri nei fondovalle, lasciando letteralmente morire i vecchi centri urbani, sulla collina, caratteristica del paesaggio marchigiano. (allego un articolo scritto alcuni anni fa sulla morte dei centri storici).

Nei vostri programmi del TG3 o RAI Marche in genere, mai un commento un accenno sulla mancanza nella gente del concetto estetico e formativo dell’architettura, mai un servizio sul “nulla architettonico” dello sviluppo periferico di questi centri storici, mai una domanda al Sindaco: “Sindaco cosa fa per l’educazione alla bellezza dei suoi cittadini, cosa fa affinché le periferie non siano così, dico poco, brutte, cosa fa per abbellire architettonicamente la sua città”, solo domande sullo sviluppo economico o sulla promozione ludica o sul pallone fino alle squadre parrocchiali.

Perché non iniziate a fare programmi su argomenti di questo genere, scottanti e poco promozionali per il Sindaco e per il paese che presentate,  ma costruttivi per il futuro, allora trovereste tutti gli architetti d’Italia disposti  ad argomentare, per anni, su questi temi, allora poi forse qualche cosa cambierebbe nella coscienza estetica della gente, e forse alla fine i fruitori dell’architettura rifiuterebbero edifici ed ambienti urbani anonimi, insignificanti e squallidi, dove invece ora abitualmente vivono senza rendersene conto, e forse qualche cosa lasceremo alla storia.

L’informazione è potere, lo sapete bene, tra i relatori presenti al convegno, ho scritto solo a lei , poiché gli altri potrebbero ben poco promuovere il tema in discussione.

In conclusione, ringraziandola per le cose dette, che brutalmente evidenziano una sopita realtà, la pregherei, dalla sua posizione di luogo privilegiato della comunicazione, ad iniziare a fare quello che molti architetti fanno in silenzio e privatamente, anche se con scarso successo, e cioè ad educare e promuovere il concetto di  bellezza e funzionalità urbana ed ambientale che la nostra storia ci ha insegnato e consegnato, promuovere con esempi concreti anche se scomodi, contrapponendo visivamente alla bellezza dei centri storici e del paesaggio, la tristezza delle cose anonime delle periferie e dei centri commerciali, artigianali, industriali, ecc, ecc, ecc.

Cordiali saluti.

Sarnano 29 novembre 2008

Giuseppe Gentili, architetto.