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32. La colpa è di Le Corbusier!


Si, è colpa di Le Corbusier, il grande architetto del razionalismo, nato svizzero e naturalizzato francese. Di quale colpa? Quella di aver teorizzato, dopo la sciocchezza del “modulor” per proporzionare, secondo lui, gli spazi architettonici e funzionali per l’uomo, il concetto che è meglio avere grandi edifici con rilevante densità per la residenza, con servizi e spazi comuni, e lasciare in questo modo grandi estensioni di aree verdi nell’intorno da utilizzare come parchi.

Le sue tesi, nei primi anni dopo la seconda guerra mondiale l’ha poi messe in pratica con “l’Unité d’Habitation de Marseille”, dove nel 1946 ha applicato i suoi principi realizzando un grosso edificio residenziale con ampie aree verdi intorno, con servizi e spazi comuni, come asilo nido, negozi, biblioteca ecc. In sintesi un pezzo di città autosufficiente, la città verticale racchiusa in un unico edificio capace di ospitare circa 1600 abitanti e più.

Queste teorie suffragate dalla realizzazione dell’Unità di Abitazione, promossa dal governo di sinistra Francese del dopoguerra, non lasciarono indifferenti i politici italiani tanto che per la realizzazione di case popolari negli anni '60-’70, sinistri architetti hanno progettato su incarico dello IACP: a Roma Corviale, a Napoli le Vele, a Palermo il quartiere Zen.


A tutt'oggi le realizzazioni italiane sono considerate da tutti, sinistra compresa, luoghi di alto degrado ambientale e pericolosi luoghi per vivere. In parte semiabbandonati in parte occupati, totalmente lasciati ad un progressivo deterioramento che si è consolidato negli anni, stato di abbandono e immondizie da tutte le parti.

Si è giunti quindi ad identificare la colpa di tale degrado con l'architettura, questi ambienti sono degradati per colpa dell'architettura, quindi la soluzione è la demolizione. Se ne parla molto spesso sui media. La proposta di demolizione è stata anche suffragata da un architetto "archistar", dichiaratamente di sinistra, come Fuksas (dimenticando di aggiungere alle demolizioni anche la sua chiesa di Foligno).

Qui c'è qualcosa che non va. Un ambiente è degradato, o si degrada, non certo per l'architettura ma per l'incuria, il mancato controllo e l'illegalità di chi vi abita. Ora visto che questi edifici sono stati costruiti si dovrebbe pensare ad un loro recupero vista la necessità di alloggi in queste città e non spendere ulteriori finanziamenti per la demolizione, per poi non avere nulla. Ogni Comune dovrebbe gestire il proprio territorio in modo che non si verifichino bolle di degrado lasciate a se stesse, oltre tutto le suddette architetture alla fine costate quello che sono costate non sono da buttare, anzi ci sono spazi ed ambienti che hanno caratteristiche stimolanti e piacevoli, atte anche alla socializzazione. Non per questo accetto le teorie di Le Corbusier. Se i suddetti edifici riacquistassero l'interesse delle Amministrazioni Comunali e queste si impegnassero alla semplice ripulitura degli ambienti ed alla pulizia giornaliera degli spazi comuni, la gente potrebbe abitare questi edifici anche con un senso di vivere in architetture comunque espressioni di un periodo storico, purché pulite, ordinate e controllate come qualsiasi altro spazio urbano.

La sinistra non è in grado di ammettere e quindi correggere i propri errori, preferiscono la demolizione. La presa di coscienza degli errori è il principio base per l'evoluzione, ma non ho mai sentito nessuno che dica: Le Corbusier non è un grande architetto anzi ha ispirato una infinità di problemi, quindi dimentichiamolo.

Sarnano 10 agosto 2016

Arch. Giuseppe Gentili