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35. Il Museo dei Manifesti del Cinema


LETTERA A RAI TRE MARCHE

Ho visto oggi 15 settembre 2018 il vostro programma sul TGR Marche delle 14,00 il vostro servizio sul "Museo del Cinema a Pennello" a Montecosaro. Io ho visto quel museo conosciuto per caso e conosco il proprietario, ma detto con il tipico linguaggio libero della sinistra "non avete capito un ca…volo di quello che avevate davanti"

Lo avete rappresentato come una collezione di un signore retrò che raccoglie le robe vecchie o i feticci di qualche avvenimento che può piacere a qualche ignorante feticciaro. Ripeto non avete capito niente di quello che avete visto.

Quel museo è una raccolta di dipinti a tempera, acquerello e disegni a matita realizzati da personaggi-artisti del secolo scorso che con grande maestria hanno rappresentato quello che un artista deve saper rappresentare, se tale è. E cioè l'immagine, la sensazione, l'ipotetico racconto del film che dovevano rappresentare, e catturare l'attenzione della gente, e questa si chiama arte. E' il fine di come l'arte deve rappresentare quello che non c'è. Il vero artista è quello che riesce a far rivivere un episodio della storia o un avvenimento mediante immagini che stimolano l'osservatore e lo portano a vivere quello che in realtà al momento non esiste, o non esiste più. Immaginiamo una Natività, immaginiamo un avvenimento storico biblico, immaginiamo un avvenimento della storia dell'uomo, aspetti non rappresentabili in altro modo se non con la visione trascendente dell'artista che, se è tale, riesce a dare la sensazione, lo spirito, l'atmosfera, l'immagine di quel momento. Questo è il valore dei manifesti del cinema che voi avete coniugato come fossero stesse cose, insieme alla fondina della pistola di Giuliano Gemma, della bicicletta usata nel film di "ladri di biciclette" il giubbino di Verdone e tante altre inutilità che avete mostrato senza capire il vero valore artistico delle opere. Ma forse neanche il proprietario si rende conto di quello che ha, i disegni per la maggior parte sono originali, ed è come avere un quadro di un pittore del cinquecento, o impressionista o simili artisti di valore: sono opere d'arte. Checché se ne dica, ci sono disegni a matita di alto valore artistico, perché fanno percepire il carattere delle persone, in questo caso attori, alla stessa maniera di un ritratto dei maestri della storia dell'arte classica. Rappresentazioni che ti coinvolgono nel tempo dell'azione, dell'evento, dei sentimenti dei personaggi, il tutto in una piccola immagine. Questo dovevate capire e far capire. Vergognatevi, siete stati un gruppo di ignoranti in senso latino, non conoscete le cose e pensate di poterle comunicare, rappresentare, e promuoverle.

Il minimo che potreste fare è tornare in quel museo con operatori di cultura, non gente latinamente ignorante come quella che avete inviato e riproporre la cosa a livello di arte non di museo dell'hobbistica, feticismo o del robivecchismo.

Mi dispiace che debba pagare il canone per sfamare gente come voi.

Saluti, augurandovi di passare più tempo a studiare.

Sarnano 15 settembre 2018

Giuseppe Gentili architetto di Sarnano