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74. La prevenzione sanitaria può salvare la vita


Qualche giorno fa su Rai tre ho ascoltato questa frase: “La prevenzione può salvare la vita”. Assoluta verità.

Questo mi ha ricordato gli anni 1970-1973, quando alla Facoltà di Architettura di Roma, La Sapienza, insieme a due miei colleghi di studi: Michele Capasso e Silvio Capoferro, ci siamo interessati per tre anni e conseguente tesi di Laurea, della medicina preventiva e dell’architettura ospedaliera. Gli studi concepivano due tipologie di edifici sanitari, l’ospedale diagnostico basato sulla medicina preventiva e l’ospedale d’intervento votato esclusivamente alla chirurgia ed alla terapia specialistica. La medicina preventiva era organizzata tramite una scheda o carta sanitaria personale per ogni cittadino, dalla nascita alla morte, nella quale venivano registrati tutti gli esami e le visite mediche che periodicamente ed obbligatoriamente, circa ogni sei mesi o un anno a seconda della specialità, il cittadino doveva eseguire negli appositi edifici di prevenzione. Questi edifici, che chiamavamo ospedali diagnostici, erano sparsi nel territorio in maniera molto puntuale in funzione della densità abitativa e delle distanze da percorrere. Nella scheda personale ci doveva essere la vita sanitaria di ogni singola persona, nel suo bene e nel suo male, compresi i dati degli ascendenti, quindi, al momento della necessità di una operazione chirurgica, la persona si sarebbe recata in uno di questi ospedali d’intervento e senza alcun bisogno di rifare alcuna analisi i dottori avrebbero dedotto dalla scheda, immediatamente e totalmente, i dati necessari all'intervento chirurgico o alla terapia d’urgenza necessaria al paziente. La medicina preventiva era la base obbligatoria per ogni cittadino. Ora dopo 50 anni da questi studi sulla prevenzione sono stati fatti pochissimi passi avanti, la prevenzione è lasciata all’iniziativa del singolo cittadino. Personalmente, condizionato da questi anni di studi sulla prevenzione, ogni sei mesi, o un anno, a seconda delle specializzazioni effettuo una ecografia generale, ecodoppler alle arterie, esami del sangue estesi il più ampiamente possibile, visita oculistica, odontoiatrica, colonscopia, ecc. ecc.

Voglio citare alcuni esempi sull'importanza della prevenzione: da una ecografia generale ho scoperto di avere nella vescica un piccolo polipo vescicale, che è stato operato dopo qualche mese ed il problema è stato risolto. Ma pazienti in ospedale insieme a me, senza mai aver fatto alcun esame preventivo, proprio perché stavano bene , hanno avuto la vescica asportata con molte altre conseguenze. Da un’altra ecografia generale ho scoperto una ciste in un rene che a breve avrebbe occluso il dotto urinario, quindi operato e tutto poi normale, in altri casi, non diagnosticati preventivamente, è stato tolto il rene. Nel campo femminile tumore al seno al primo stadio con ciste di dimensioni molto al disotto del cm è stato scoperto con una ecografia eseguita periodicamente, quindi operazione e in seguito pochissimi problemi comunque risolti. La colon scopia dopo i 50 anni, che io non ho fatto, mi è costata una operazione a 70 anni con una ciste tolta di cm 5, per fortuna benigna. Se avessi seguito il ritmo diagnostico preventivo previsto non ci sarebbero stati problemi perché le piccole cisti, durante la colonscopia, vengono direttamente operate. L’esame delle aorte da fare periodicamente per verificarne la mancanza di placche, ha risolto il problema ad un paziente altrimenti destinato a ben più gravi conseguenze.

Quindi nella prevenzione sanitaria, oltre alla possibilità di salvare la vita, pensiamo a quanto risparmio di tempo e danaro ci sarebbe se nel ricovero per un intervento, non si dovessero rifare tutte le analisi, ma si prendessero per buone quelle presenti nella propria carta sanitaria, analisi fatte dalla stessa struttura sanitaria nazionale qualche tempo prima e quindi valide in ogni luogo dello Stato. Questa doveva essere la vera organizzazione sanitaria.

Però non ho mai sentito alcun Governo, né Sindacato, tanto affaccendato, parlare di questo tipo di riforme, di medicina preventiva e di organizzazione delle conseguenti strutture sanitarie, si parla solo di risparmio e di posti di lavoro.

Si potrebbe continuare a lungo ma credo che il concetto sia stato ben chiarito, e spero che molti lettori traggano insegnamento da quello che ho scritto, non aspettiamo di stare male, le analisi preventive vanno fatte quando si sta bene, altrimenti dopo potrebbe essere troppo tardi.

Lo stesso si deve dire della prevenzione su i posti di lavoro, la quale è di vitale importanza, e di questo ne conosco bene le modalità e le conseguenze in caso di negligenza. Ma qui si sbagliano gli obbiettivi da parte dello Stato e dei Sindacati, la prevenzione è una cosa personale e deve far parte di una cultura radicata o da radicare individualmente.

Giuseppe Gentili, 1 novembre 2023