Indice

Commenti e Saggi


47. Architettura elementare


L’architettura cosiddetta biologica è, a chiacchiere, di gran moda, senza capire che la vera architettura biologica è quella che non si dovrebbe costruire. Anche il nido della rondine è una violazione della quiete della natura o è forse una questione di scala e di materiali? Lo chiedo agli “s’verdi” che di solito sanno tutto su questi temi.

L’Enciclopedia Treccani così definisce la bioarchitettura: “Tendenza dell’architettura a privilegiare la progettazione e la costruzione di edifici che tengano conto di tutti gli aspetti ecologici relativi alla scelta dei materiali da utilizzare e al miglior impiego delle risorse naturali, nella prospettiva del risparmio energetico e della salvaguardia dell’ambiente. È finalizzata anche al riavvicinamento dell’architettura stessa al rispetto della vita umana e al benessere psicofisico dell’individuo come abitante” Forse, a volte, l’architettura dovrebbe essere di stimolo per ricercare e ritrovare il calore di sensazioni, che si provano vivendo in ambienti elementari, realizzati per necessità, e con tanta dignità ed amore, da gente che ha trovato difficile la vita, senza ricorrere per superare tali difficoltà a facili concezioni del diritto, ma solo con la fatica e l’umiltà. Forse in ambienti del genere si potrebbe ritrovare l’essenza dell’anima in rapporto alla vita.

Architettura: espressione dell’ intima coesistenza dell’uomo con la terra, per trarre da essa la sussistenza, e proteggendo la vita dell’uomo, non per idolatrare e venerare la natura.

Forse a dispetto di tutti i concetti dell’architettura contemporanea super tecnologicizzata si potrebbe anche copiare la vita degli agricoltori del passato e costruire villaggi del genere con questi caratteri, letteralmente copiati da vecchie esperienze di architettura spontanea.

Forse usando tali ambienti per vacanze l’uomo contemporaneo potrebbe ritrovare quella dimensione minimale ed elementare della vita nella sua più vera e piacevole essenza. Oppure realizzare spazi vivibili proprio all’interno della terra senza nulla togliere sia alle esigenze dell’uomo che alla conservazione paesaggistica dello spazio naturale.

Quindi specialmente su di un terreno in pendenza, come questo, si potrebbero realizzare ambienti sotto la terra sfruttando il dislivello e seguendo le stesse curve di livello ed immaginare alla fine un paesaggio che può sembrare molto naturale, anche se generato per le esigenze dell’uomo, un paesaggio naturale ispirato ad alcune risaie di particolari zone della Cina.

I vantaggi di un sistema di questo genere potrebbero essere diversi: dal punto di vista sismico gli effetti di un terremoto sarebbero quasi nulli data l’altezza di un solo piano che risulterebbe seminterrato e al di sotto del piano di campagna; dal punto di vista del risparmio energetico poiché l’isolamento sarebbe ottimale stando tutta la copertura e tre quarti delle pareti perimetrali sottoterra; dal punto di vista paesaggistico in quanto ogni unità residenziale dall’interno avrebbe un paesaggio frontale completamente aperto verso l’ambiente naturale, e nello stesso tempo l’immagine esterna del costruito risulterebbe discreta e per niente invasiva, la definirei umile ed essenziale: biologica

Potrebbe essere questa la bioarchitettura non quella acculturata e demagogica, tenendo presente che qualsiasi architettura viola la natura, anche il nido degli uccelli ed il formicaio.

Sarnano, Aprile 2018

Arch. Giuseppe Gentili